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sabato 15 maggio 2010

IL FICO D'INDIA


Il Ficodindia (Opuntia ficus-indica L.) appartiene alla Famiglia delle Cactaceae.Il genere Opuntia è composto da circa 200 specie.Il Fico d'India è originario dell'America ed e' stato introdotto in Europa dopo la scoperta del Nuovo Continente.Grazie alla sua elevata adattabilita', si e' diffusa, oltre all'America centrale e meridionale, in Sud-Africa e nel Mediterraneo (in Sicilia e' oggetto di coltura specializzata).Ha un fusto costituito da cladodi (pale) succulenti in grado di compiere la fotosintesi clorofilliana, da piccole foglie caduche e da numerose spine, molto piccole, disposte intorno alle gemme.I fiori gialli, a coppa, compaiono in primavera-estate. Il frutto è una bacca uniloculare, carnosa e polispermica. Un'elevata variabilità nella forma, dimensioni, colore dei frutti e caratteristiche qualitative è riscontrabile non solo tra le diverse specie e biotipi, ma anche nel loro interno. I semi sono numerosi (da circa 100 a oltre 400 per frutto), di forma discoidale e di diametro pari a circa 3-4 mm. Sono frequenti anomalie dei frutti.E' una tipica pianta aridoresistente, richiede temperature superiori a 0 °C, terreni leggeri, senza ristagni idrici, a reazione neutra o subalcalina. Qualora la produzione principale sia basata sui "bastardoni", richiede che in ottobre-novembre si verifichi un andamento climatico che permetta la maturazione di tali frutti.


*Varietà


In Italia si sono affermate tre principali varietà, Gialla, Bianca e Rossa o Sanguigna, la cui denominazione deriva dal colore del frutto, mentre una varietà denominata Apirena, caratterizzata da un maggior numero di semi abortiti, è raramente presente in coltivazione. In genere si consiglia la coltivazione di tutte le varieta' in modo da fornire al mercato un prodotto caratterizzato da un diverso cromatismo.


*Valori nutrizionali


I fichi d’India hanno una funzione depurativa anche a livello epatico e sono raccomandati nei casi di calcolosi renale in quanto favoriscono la diuresi, vengono impiegati come rimedio alle scottature e come analgesico. Nelle giuste quantità hanno un effetto blandamente lassativo anche se i semi legnosi contenuti nella polpa possono provocare stitichezza.
Inoltre le pale vengono utilizzate per curare diverse patologie quali angine, tonsilliti, tossi, febbri, suppurazioni ed ascessi. Una curiosità è che anticamente esse venivano addirittura usate per levigare il legno. Uno studio più avanzato sul fico d'India aggiunge a queste proprietà quelle di combattere i parassiti del sistema digestivo, di essere utilizzata nel trattamento del diabete e del colesterolo.


Valori per 100 grammi: Parte edibile: 64 g - 53 Kcal - Proteine animali : 0 g - Proteine vegetali: 0,8 g - Carboidrati: 13 g - Grassi: 0,1 g - Fibre: 5 g - Ferro: 0,4 mg - Calcio: 30 mg - Vitamina C: 2 mg

IL FICO


Il fico (Ficus carica) è il frutto di una pianta maestosa, originaria dell’area mediterranea. ll fico si presenta a forma di goccia ed il suo colore è diverso in base alla varietà così come la buccia che si può presentare più o meno spessa. In senso botanico, il fico non è il vero frutto, ma è il ricettacolo carnoso che al suo interno accoglie un gran numero di granelli, chiamati acheni, che sono il vero frutto della pianta.Le foglie sono molto caratteristiche e si presentano a forma di lobi uno differente dall’altro. Dal picciolo, quando il fico viene staccato, esce una sostanza bianca che fa parte del metabolismo della stessa pianta, ricco di enzimi.


■ Coltivazione, Varietà e Raccolta


Il fico viene coltivato in molti paesi: Turchia, Grecia, Stati Uniti, Portogallo e Spagna, sono i principali produttori. Possiamo trovare due tipi di piante: le piante che producono il frutto una sola volta, chiamate unifere o fico selvatico, e piante che producono due volte l’anno, chiamate bifere o fico domestico.Questa varietà di pianta produce due qualità di fichi:

- “fichi primaticci”: si formano nei mesi autunnali e vengono poi raccolti in primavera inoltrata;

- “fichi veri”: che si formano in primavera e vengono raccolti in estate. I fichi che vengono raccolti nel mese di maggio chiamati anche fioroni, sono più grandi di quelli raccolti nel mese di settembre, chiamati fichi veri.

Esistono oltre 150 varietà di fichi, bianchi, marroni, viola, verdi e neri, ma dal punto di vista commerciale i più importanti sono:

- Fico nero: piuttosto asciutto e zuccherino, risulta essere il meno delicato.

- Fico verde: succoso e dalla buccia sottile.

- Fico viola: il più succoso, dolce, molto delicato e difficile da trovare.

Il fico secco invece può iniziare la sua essicazione già sull’albero, in buone condizioni di sole, per poi continuare per circa un settimana. Una volta completata l’essicazione naturale di norma si passano in una stufa per completare l’essiccazione. A volte, invece, i fichi si passano prima nelle stufe e poi si procede con l’essicazione naturale al sole per avere un prodotto dal colore più chiaro.


■ Al momento dell'acquisto


Il fico fresco, al momento dell’acquisto, si deve presentare leggermente morbido e paffuto e il picciolo deve essere ben sodo; evitare il fico troppo molle e con un odore leggermente acido, sarebbe in questo caso troppo maturo. In commercio, si trovano anche i fichi secchi che vanno acquistati non troppo duri e con un buon profumo.


■ Conservazione


Il fico è un frutto molto delicato che va manipolato con attenzione. In frigorifero, il fichi possono essere conservare per un paio di giorni ma devono essere posti in contenitori ben chiusi per evitare che assorbano gli odori di altri cibi. Il fico può essere congelato, ma deve essere consumato, al massimo, nel giro di 30 giorni.I fichi secchi, invece, devono essere conservati in luogo fresco e asciutto, evitare, data la presenza di zucchero, di lasciarli in un posto in cui possano venire a contatto con insetti, e consumati entro la data di scadenza indicata sulla confezione.


■ Uso in cucina


Il fico, generalmente viene consumato al naturale, fresco o secco. Fresco lo potete aggiungere alle macedonie, ai dolci, può accompagnare gli antipasti, buono con il prosciutto il salame e vari formaggi, accompagna carne, coniglio e selvaggina e può sostituire le prugne in molte preparazioni. Inoltre, il fico, viene usato per la preparazione di confetture e composte; delizioso il fico affogato nel porto o nel whisky. Il fico secco invece lo potete consumare così com’è, oppure farcito con noci, mandorle, arancia e ricoperto con del buon cioccolato.


*Valori nutrizionali


Il fico fresco è una buona fonte di potassio e fibre ed è molto nutriente. Il fico secco ha invece molte più proprietà in quanto le sue sostanze nutritive rimangono concentrate: è ricco di potassio, magnesio rame e ferro, contiene vitamina B6, calcio, fosforo sodio, zinco e tiamina. Il fico secco, inoltre, fornisce più calorie rispetto al fico fresco: per 100 gr il fico fresco fornisce 74 calorie mentre il fico secco ne fornisce 255.


Valori per 100 grammi: Parte edibile: 75 g - 47 Kcal - Proteine animali : 0 g - Proteine vegetali: 0,9 g - Carboidrati: 11,2 g - Grassi: 0,2 g - Fibre: 2 g - Ferro: 0,5 mg - Calcio: 43 mg - Vitamina C: 7 mg

venerdì 14 maggio 2010

LA FAVA


La fava è il frutto di una pianta erbacea (Vicia faba) che appartiene alla famiglia delle Leguminose, e si pensa sia di origini asiatiche; predilige le temperature fresche e cresce in regioni temperate, come quelle mediterranee.La fava cresce in baccelli di circa 15-25 cm che si presentano con l’estremità appuntita: all’interno del baccello, rivestito da uno strato spugnoso, si trovano i semi grossi e piatti, avvolti da un tegumento (pelle), che a seconda della numerose varietà, può essere di colore verde, rossastro o violaceo.



■ Coltivazione, varieta' e raccolta

I più importanti paesi produttori di fave sono: Italia, Germania, Cina e Marocco. La coltivazione delle fave avviene nella stagione fredda, tra gennaio e marzo, e la raccolta avviene quando la maturazione ancora non è completa, solitamente tra aprile e maggio. Le fave, si trovano in commercio sia fresche, consumate così come si presentano, sia secche.Le varietà che possiamo trovare sono: la precoce d’Aquitania che è la varietà di fava migliore;l’Aguadolce caratterizzata da un lungo baccello che contiene da 8-9 semi;la Siviglia molto produttiva e precoce, il quale baccello generalmente contiene 6 semi.


■ Al momento dell'acquisto


In commercio troveremo sia fave fresche che fave secche.La fava fresca, si presenta sempre avvolta nel suo baccello, che deve essere croccante alla rottura e senza macchie, di un bel colore verde vivo e lucido. Per essere consumata, la fava fresca va tolta dal baccello e poi si deve procedere nell'eliminazione dell'escrescenza posta lateralmente alla fava (sul cosiddetto occhio).



■ Conservazione


Le fave fresche sono molto delicate, si conservano in frigorifero al massimo 2-3 giorni; in alternativa, possiamo sbollentarle (all’incirca per 4-5 min), farle raffreddare, riporle in sacchetti ben chiusi e congelarle.Le fave secche invece, si conservano per molto tempo in contenitori ben chiusi e posti in un luogo asciutto.


■ Uso in cucina


La fava si può consumare sia cotta che cruda.Cruda, si accompagna generalmente con del formaggio pecorino, pancetta o salame; cotta è usata invece per la preparazione di zuppe e minestre.


*Valori nutrizionali


Le fave forniscono al nostro organismo una buona quantità di potassio, magnesio, ferro, selenio, rame e zinco; inoltre sono ricche di proteine, vitamine, fibre e sali minerali; risultano essere i legumi con meno calorie. Le fave, in alcuni individui con carenza di un enzima particolare (tale G6PD), possono fare insorgere una malattia chiamata favismo, che causa crisi anemiche anche gravi. Generalmente il favismo viene individuato in tenera età, ma ciò non può escludere che si possa presentare anche in soggetti adulti.


Valori per 100 grammi: Parte edibile: 30 g - 37 Kcal - Proteine animali: 0 g - Proteine vegetali: 5,4 g - Carboidrati: 4,2 g - Grassi: 0,2 g - Fibre: 5,1 g - Ferro: 1,8 mg - Calcio: 23 mg - Vitamina C: 24 mg

IL FAGIOLINO


I fagiolini, (o cornetti o tegolini o mangiatutto) sono i baccelli immaturi del fagiolo ( Faseolus vulgaris), pianta annuale della famiglia delle Leguminose originaria dell’America; i fagiolini crescono su piante nane o rampicanti caratterizzate da radice generalmente non molto profonda, e da fiori di colore bianco, rosa o violaceo, riuniti in grappoli (racemi). Il loro colore varia dal bianco-giallino al verde chiaro o intenso, ed hanno forma allungata cilindrica e sottile, oppure possono essere di forma allungata piatta e baccello giallo.Vengono raccolti e consumati insieme con i semi ancora in embrione, ancora immaturi, ed è per questo che vengono considerati un ortaggio piuttosto che un legume. Oltre che freschi, i fagiolini si trovano in commercio anche surgelati o precotti in scatola.


*Consigli per l'acquisto, uso in cucina e conservazione


Al momento dell’acquisto dei fagiolini, bisogna fare attenzione che siano turgidi: devono spezzarsi facilmente a mano e produrre un rumore secco; la buccia deve essere di colore brillante, priva di ammaccature o segni di muffa e possibilmente dovremmo acquistare quelli più giovani, poiché sono teneri e privi di filamenti laterali.La conservazione dei fagiolini deve avvenire in frigorifero chiusi in un sacchetto di plastica per alimenti, per massimo 4-5 giorni se provvisti di picciolo; oppure in freezer dopo essere stati scottati e previa mondatura. Prima di cuocerli bisogna eliminare il filamento e lavarli più volte in acqua fredda.
I fagiolini, in cucina, possono essere utilizzati per svariate ricette: come contorno, lessati e conditi con olio e limone, o saltati in padella con aglio o con erbe aromatiche; possono essere accompagnati con patate lesse, e si possono trovare nelle frittate, torte salate o nei primi piatti.


*Valori nutrizionali


I fagiolini sono un alimento a basso potere calorico, ricchi di sali minerali, fibre, vitamina A e potassio; sono molto impiegati nelle diete ipocaloriche, rinfrescano e svolgono azione diuretica.Sono consigliati a chi soffre di diabete e a soggetti che soffrono di stitichezza, ma bisogna fare attenzione a non consumarli crudi poiché contengono un enzima che disturba la digestione, la cui azione viene annullata dalla cottura.

Valori per 100 grammi: Parte edibile: 95 g - 17 Kcal - Proteine animali: 0 g - Proteine vegetali: 2,1 g - Carboidrati: 2,4 g - Grassi: 0,1 g - Fibre: 2,9 g - Ferro: 0,9 mg - Calcio: 35 mg - Vitamina C: 16 mg

IL FAGIOLO


Il fagiolo (Phaseolus vulgaris) è il frutto di una pianta appartenente alla famiglia delle leguminose che può essere rampicante oppure nana, e si presenta di forma, colore, sapore e valore nutritivo differente in base alla specie. Il fagiolo è contenuto in un baccello che può essere verde, giallo o porpora, e che si presenta stretto ed allungato, dritto o leggermente curvo; alcune varietà si presentano senza filamenti (chiamati fagiolo mangiatutto). Il baccello si può consumare fresco (fagiolini verdi o gialli) prima che giunga a maturazione, ed una volta giunto a maturazione il baccello non è più commestibile e viene sgusciato per estrarre i semi (chiamati legumi) che vengono consumati freschi o secchi. Il baccello può avere una lunghezza che varia da 8 a 20 cm e può contenere da 4 a 12 semi.


■ Coltivazione, Varietà e Raccolta


I fagioli vengono principalmente prodotti negli Stati Uniti, in Brasile, Cina, Messico Indonesia e in Italia. La semina avviene alla fine dell’inverno al sud, ed in primavera al nord.La raccolta avviene in base alla varietà del fagiolo e all’uso che se ne deve fare. Il fagiolo, da consumarsi fresco (fagiolini) si raccoglie quando è nano, prima che il baccello diventi troppo grosso e filoso, se invece va sgranato, ma consumato fresco, il baccello deve risultare tenero ma con i semi al suo interno già sviluppati.Il fagiolo secco,viene prodotto quando il fagiolo è giunto a maturazione.Il fagiolo secco ha diverse varietà tra cui le più comuni sono:

- fagioli bianchi: che a loro volta comprendono il fagiolo bianco, grosso, dalla forma leggermente arcata ma alle estremità squadrato; il fagiolino bianco piccolo dalle stesse caratteristiche ma più piccolo; il fagiolo Great Northen, di dimensione medie, tondeggiante e con le estremità arrotondate; il fagiolo cannellino, varietà tipica dell’Italia leggermente arcato e le estremità squadrate; il piccolo fagiolo bianco, ha le dimensioni di un pisello e la forma ovale, il fagiolo ossicocco, grosso, rotondo e poco farinoso, dal colore bianco-crema con macchie marroni o rosa, molto diffuso in Europa.

- Fagiolo pinto, ( in spagnolo pinto significa dipinto) ha dimensioni medie, piatto e leggermente curvo, si presenta di colore beige con macchie marrone chiaro, che scompaiono con la cottura; dopo la cottura infatti si presenta di colore rosa e la sua consistenza è pastosa.Può sostituire il fagiolo rosso, ottimo in purea.

- Fagiolo borlotto, assomiglia al fagiolo pinto, ma è più grosso e più scuro; molto usato in Italia, dopo la cottura il colore diventa uniforme, è dolce ed assorbe il sapore dei cibi in cui cuoce; ottimo nelle zuppe.

- Fagiolo rosso, di colore rosso, il sapore e la consistenza sono molto delicati, ed è una delle varietà più conosciute, utilizzato per accompagnare gli stracotti ed il chili. - Fagiolo nano, dal colore verde chiaro, piatto e fine, risulta essere meno farinoso degli altri fagioli, e viene consumato soprattutto in Francia dove viene usato per accompagnare l’agnello.

- Fagiolo nero, completamente nero, usato soprattutto nel Nord America e in Messico da cui proviene, è da sempre considerato alimento base della cucina di questo paese. Usato per la preparazione dei frivole refritos, fagioli cotti più volte, oppure le classiche burritos e le enchiladas ed aggiunti a minestre e insalate.


■ Al momento dell'acquisto


Il fagiolo fresco, va acquistato quando il baccello si presenta ben sodo e non presenta ammaccature. Con il fagiolo secco, venduto principalmente confezionato, l'accortezza è quella di controllare la data di scadenza.In commercio, oltre alle varietà indicate sopra, potete trovare altre varietà; - Il fagiolo di Lima: di colore verde o bianco, saporito e dalla consistenza farinosa. Fresco può essere consumato anche con il baccello e viene usato principalmente come contorno per molte preparazioni grazie al suo sapore delicato. Questo fagiolo non va cotto molto in quanto tende a sfarinarsi: fresco va cotto dai 15 ai 25 min, secco circa 1 ora e mezzo mentre, se si cucina nella pentola a pressione, la cottura è di 15 min per il fagiolo fresco e 30 min per quello secco. Bisogna fare attenzione in quanto forma molta schiuma durante la cottura e quindi potrebbe bloccare la valvola di sicurezza.


■ Conservazione


Il fagiolo fresco, si conserva in frigorifero nel suo baccello per un paio di giorni mentre, dopo averlo sbucciato, si può congelare, avendo cura di sbollentarlo per un paio di minuti. Il fagiolo secco si conserva, una volta aperto, in un barattolo ben chiuso in luogo fresco e asciutto e va consumato entro la data di scadenza indicata.



■ Uso in cucina


Il fagiolo in cucina viene usato come contorno in insalata, per la preparazione di minestre, in umido con la carne, ridotto in purea o usato per la preparazione di crocchette o vellutate.


*Valori nutrizionali


Il fagiolo contiene potassio, acido folico magnesio, ferro, rame, fosforo, zinco e vitamina B6.Il fagiolo è un ottimo sostituto della carne,ed infatti è consigliabile non mangiare tutti e due le pietanze nello stesso pasto.


Valori per 100 grammi: Parte edibile: 41 g - 104 Kcal - Proteine animali: 0 g - Proteine vegetali: 6,4 g - Carboidrati: 19,4 g - Grassi: 0,6 g - Fibre: 10,6 g - Ferro: 3 mg - Calcio: 44 mg - Vitamina C: 10 mg

giovedì 13 maggio 2010

L'ERBA CIPOLLINA


L’erba cipollina (Allium schoenoprasum L.) è una pianta erbacea perenne della famiglia delle Liliaceae originaria del nord Europa, Asia e America del Nord (Canada), e cresce in località fredde e temperato-fredde; molto diffusa negli orti domestici, e molto resistente all'attacco dei parassiti, l’erba cipollina è una pianta aromatica dalle foglie profumate che ricordano il gusto della cipolla; possiede un bulbo ovale rivestito da tuniche grigio-brune e foglie a steli cavi, cilindrici e lunghi fino a 40 cm di un colore verde intenso; i fiori, di colore rosa-violetto, sono riuniti in infiorescenze più o meno sferiche avvolte da una membrana che cade al momento della fioritura.


■ Coltivazione e raccolta


L’erba cipollina cresce nei prati umidi dai 600 m fino ai 2.500 m, e in Italia è diffusa e coltivata nella parte continentale fino alla Toscana. L'erba cipollina può essere raccolta in ogni periodo, poiché le sue foglie aghiformi ricrescono dopo ogni taglio; gli steli devono essere recisi alla base lasciando qualche centimetro per la ricrescita e sono ottimi se consumati freschi.


■ Al momento dell'acquisto


Quando acquistate l’erba cipollina il suo colore deve essere brillante e vivo, le sue foglie carnose, dritte e toniche, dall’aroma consistente.



■ Conservazione


L'erba cipollina viene generalmente raccolta e utilizzata fresca; può però essere conservata in frigorifero nello scomparto della frutta e verdura per 3-4 giorni circa, oppure può essere surgelata, e conservata in sacchetti di plastica ben chiusi o in contenitori con tappo ermetico, dopo essere stata tagliata ad anelli, ma non essiccata in quanto mal sopporta questo trattamento (anche se in commercio si trova anche disidratata).


■ Uso in cucina


L’erba cipollina viene usata in cucina per innumerevoli preparazioni, sicuramente in tutte quelle in cui venga richiesto l’uso della cipolla: il risultato sarà più delicato e meno coprente.Anche i suoi fiori sono commestibili e, avendo anch’essi un delicato sapore di cipolla; possono essere utilizzati per decorare insalate e piatti vari.In genere si usa per preparare salse, uova, frittate o crepes, torte salate, formaggi di pasta tenera, minestre, zuppe e sughi, burro aromatizzato, insalate, con la panna acida sulle patate al cartoccio o per accompagnare piatti di carne o pesce. Per l’elasticità dei suoi steli, viene anche usata a scopo decorativo, come per esempio per legare piccoli fagottini, formati da pasta delle crêpes, o mazzetti di piccoli asparagi lessati.


*Valori nutrizionali


L’erba cipollina contiene vitamina C, fosforo, e oligoelementi.Ha diverse proprietà: depurative, digestive e diuretiche, inoltre è un ottimo antisettico, cicatrizzante espettorante, lassativo, cardiotonico e stimolante. In antichità veniva usata per stimolare l'appetito.


Valori per 100 grammi: Parte edibile: 100 g - 23 Kcal - Proteine animali: 0 g - Proteine vegetali: 2,8 g - Carboidrati: 1,7 g - Grassi: 0,6 g - Fibre: 1,9 g - Ferro: 1,6 mg - Calcio: 85 mg - Vitamina C: 45 mg

IL DRAGONCELLO


Il dragoncello (Artemisia dracunculus) è una pianta aromatica erbacea, originaria dell’Asia centrale, della Russia Meridionale e della Siberia; spesso viene chiamata “piccolo drago” in quanto le sue radici ricordano un groviglio di serpenti oppure “erba dragona” poiché questa pianta aveva la fama di guarire dal morso degli animali.


Il dragoncello si presenta con foglie strette lanceolate e allungate di colore verde chiaro che sprigionano un aroma molto intenso. Il dragoncello va raccolto prima che i piccoli fiori, di colore giallo-verde raggruppati a pannocchia, si schiudano, così che il suo sapore risulterà essere molto più intenso.


■ Coltivazione, Varietà e Raccolta


Il dragoncello predilige i luoghi soleggiati; oltre al dragoncello russo, che fiorisce da luglio a ottobre, possiamo trovare una varietà francese, che essendo però sterile, può essere riprodotta solo mediante la divisione dei cespi; questa coltivazione avviene tra marzo e aprile.La qualità e il sapore del dragoncello francese, sono decisamente superiori.


■ Al momento dell'acquisto


Il dragoncello, se acquistato e consumato fresco, avrà sicuramente un sapore più fine e un'aroma decisamente più intenso. In commercio potete trovare anche il dragoncello secco; l’uso è sconsigliato, poichè durante il processo di essicazione gran parte del suo aroma viene perso a discapito del sapore, poco intenso.


■ Conservazione


Il dragoncello, una volta seccato, va conservato in contenitori ben chiusi, in luogo fresco e asciutto e lontano dalla luce; non va comunque conservato a lungo, in quanto il suo profumo svanisce molto facilmente e quindi risulterà avere un sapore simile al “fieno”.Il dragoncello si conserverà più a lungo se verrà tritato e congelato. Un altro metodo per conservare il dragoncello, è quello di impastare le foglie tritate con del burro ammorbidito ( 2 cucchiai per ogni 100 gr di burro); una volta impastato, può essere posto ( per esempio) nei contenitori per il ghiaccio (in modo da avere delle dosi abbastanza uniformi) e conservato in frigorifero, coperto con della carta da forno; oppure lo potete congelare.Il burro di dragoncello, così realizzato, potrà essere aggiunto alle preparazioni anche a fine cottura, in modo da mantenere il più possibile intatto sia il sapore che il gusto.


■ Uso in cucina


Il dragoncello può essere utilizzato per aromatizzare uova, pesce, frutti di mare, carni; le foglie fresche possono essere unite alle insalate e alle salse. Il sapore del dragoncello è simile all’anice e al sedano; leggermente amaro e pepato, è indicato per essere usato su alimenti poco saporiti.Il dragoncello sopporta bene la cottura; anche se unito all'ultimo momento, manterà intatto il suo sapore, che durante la cottura aumenta; va quindi dosato con cautela.Il dragoncello è l’ingrediente essenziale per la preparazione della salsa bernese, la salsa tartara e la salsa al dragoncello.


*Valori nutrizionali


Il dragoncello ha proprietà antisettiche, aromatiche, stimolanti, digestive. I Greci masticavano le foglie di dragoncello per alleviare il mal di denti.